La biblioteca è un microcosmo. E gli esemplari che lo abitano sono i più disparati... Tutti ci entrano con le migliori intenzioni, con la convinzione che "a casa mi distraggo di più perché ho tutte le comodità", ma poi, inspiegabilmente....
IL COMPAGNONE
Non è colpa sua! Sono gli altri che gli impediscono di studiare! Arriva alle 9 in facoltà, ma riesce a sedersi solo intorno alle 10. 30 perché ha già salutato 15 persone e con almeno 6 di loro ha preso un caffè. Dunque iperattivo, ogni volta che tenta di posare gli occhi sul libro viene interrotto da un'amichevole quanto chiassosa pacca sulla spalla.
Andrà avanti così per tutto il tempo e la giornata di studio è perduta.
IL PERDIGIORNO
Fa di tutto per essere presente alla fatidica apertura della biblioteca: "così sicuro trovo posto e posso anche scegliere quello che mi piace di più". Quindi si apparecchia e china la testa sui suoi appunti. Ma poi sta scomodo, quindi si alza e si fa una passeggiata per sgranchirsi, lasciando ovviamente tutto il suo armamentario sulla sedia e sul banco affinché a nessuno venga la malaugurata idea di rubargli quel posto tanto desiderato. Ma la passeggiata è la prima di una lunga serie: perché fa caldo, perché fa freddo, perché vuole una sigaretta, perché è ora di pranzo.
Il poco tempo che sulla sedia, al posto della giacca, c'è stato il suo sedere, il perdigiorno lo ha passato con l'occhio vitreo a pensare agli unicorni.
La giornata di studio è perduta.
IL PREDATORE
Arriva tardi apposta per avere la sicurezza di trovare pochissimi posti liberi. E la speranza è ovviamente quella che il posticino in questione sia proprio accanto a una bella ragazza. Sicurissimo di sè, si avvicina e sfodera il suo miglior sorriso articolando un sensuale "posso?". Ora le possibilità sono due. O ha fatto colpo sulla sua preda giornaliera che sarà ben contenta dopo due minutini di accantonare il suo studio matto e disperatissimo per accettare di passare la giornata al pratone a sbaciucchiarlo, oppure non ha fatto colpo sulla sua preda giornaliera che infastidita lo allontanerà dall'unico posto rimasto libero in biblioteca.
In entrambi i casi la giornata di studio è perduta.
IL CACIARONE
Ha già fatto cadere tre volte lo zaino prima di entrare in biblioteca e probabilmente è caduto pure lui. Finalmente all'entrata, non riesce a non sbattere almeno due volte allo stipite della porta che ovviamente non riuscirà ad accompagnare, ma gli sfuggirà di mano facendo un potente boato per chiudersi. Per coronare i rumori, trascinerà la sedia per sedervisi e una cascata di penne e fogli si rovescerà sul banco in modo disordinato. Si soffierà il naso per 10 minuti e continuerà a starnutire rumorosamente per altrettanti. Spesso per concludere associa la componente del movimento : cliccando sulla penna o avendo lasciato la suoneria al cellulare.
La giornata di studio è perduta.
LO SMEMORATO
È già in ritardo rispetto al programma di studio della giornata perché si era dimenticato di dover passare in qualsivoglia luogo prima di arrivare in biblioteca. Si siede e inizia a sottolineare. Dopo una pagina si assenta per una mezz'ora perché ha ricevuto una telefonata che si era scordato di dover ricevere.
Si risiede e un suo collega gli ricorda che hanno lezione tra 10 minuti.
Dopo la lezione riprova a mettersi a studiare, ma il tentativo è vano perché il suo amicone gli manda un messaggio ricordandogli che hanno prenotato il campetto da calcio quindi è costretto a chiudere i libri (quasi non ce n'è bisogno perché non li ha manco aperti) e ad andare via.
La giornata di studio è perduta.
Questi sono alcuni degli esemplari che mi è capitato di vedere... Ma la gamma è ampissima!
Morale della favola: in biblioteca non si studia.
Ma non solo non studiano i suddetti, bensì anche chi, come me, perde tempo a fantasticare sulle loro descrizioni!
Nessun commento:
Posta un commento