giovedì 26 marzo 2015

The Affair: questione di punti di vista

"I have only one thing to do and that's
to be the wave that I am..."

Queste parole, cantate con voce graffiante, fanno parte della sigla iniziale di The Affair, una serie tv statunitense che ha appena concluso brillantemente la sua prima stagione. 
La storia di due vite, una femminile e una maschile, che si intrecciano per caso, anzi controvoglia, nella cornice rarefatta di un'isola che sembra idilliaca. Ma i personaggi non sono modelli già visti, non sono personaggi: sono esseri umani, dunque non altrettanto idilliaci.
Vivi, veri, quasi tangibili. Con i loro angoli bui, così segreti da essere nascosti persino a loro stessi. Qui è la novità di The Affair: uno sguardo introspettivo e intimista che riesce a mettere lo spettatore di fronte al sè stesso più recondito, facendogli sentire la fluidità degli avvenimenti, facendolo immedesimare appunto in quell'onda densa di emozioni citata nella sigla.
Ma non è tutto. 
Il modo in cui sono riportati i fatti è bipartito. E' questione di punti di vista. Dapprima la versione di lui e poi la versione di lei in un intreccio avvincente e a volte ingannevole. La prospettiva che cambia ci fa entrare sempre di più nell'intimità dei due e ci accorgiamo di come non conti ciò che accade, ma come esso viene interpretato. 
Ci accorgiamo inoltre delle differenze che sussistono tra una sensibilità femminile e una invece maschile, tra il modo di pensare e immaginare di lui e quello di lei. 
Ci accorgiamo di come a volte si reagisce diversamente, oltre che in base alla personalità e al carattere, anche in base al sesso.

Direi che tutta questa profondità non è da poco per un telefilm! 
Ve lo consiglio, buona visione!

giovedì 19 marzo 2015

Potrebbe esistere il "sì" se non esistesse anche il "no"?

Potrebbe esistere il "sì" se non esistesse anche il "no"?
Appurato che l'uno è conseguenza dell'altro e viceversa, e che se uno dei due non esistesse conseguentemente anche l'altro  perderebbe di significato, se riportiamo questo concetto al "bene" e al "male" sembrerebbe abbastanza logico affermare che se non esistesse il bene non esisterebbe nemmeno il male.
Ma chi di noi conosce veramente cosa è bene o male?
A differenza del "sì" e del "no" di cui tutti conosciamo davvero il significato, non possiamo altrettanto dire del "bene" e del "male" poiché non conosciamo effettivamente cosa sia l'uno e cosa sia l'altro.
Potremo pensare di star facendo del bene per qualcuno mentre si sta facendo del male per qualcun altro, potrebbe capitare che quando chiediamo un parere a due amici diversi l'uno ci dica "hai fatto bene!" e l'altro invece "hai fatto male!".
La definizione di bene e male quindi non sembra tanto distinta, evidente, lampante.
Quanto tra loro sono mescolati? Quanto fanno a pugni?
Non credo che si possa davvero giungere a una definizione rigorosa e puntuale di due termini così ampi e che coincidono in fin dei conti con il binomio universale, con la coppia oppositiva più importante che ci sia.
Ma se di certo non abbiamo oggettiva coscienza di cosa sia il bene e cosa sia il male, sappiamo per certo che il bene fa sempre bene e il male fa sempre male.
Allora, come sempre, siamo di fronte al nostro limite. Quello che dobbiamo fare è agire pensando cosa sia secondo noi il bene. Giudicare, a quanto pare, non è compito nostro!

giovedì 12 marzo 2015

La traversata di EllaOne e il distacco del mondo giovanile maschile

La traversata di EllaOne continua... Ma con scarsi risultati, dal momento che il comunicato stampa del Consiglio superiore di Sanità in cui si ribadisce l'obbligatorietà di prescrizione medica "indipendentemente dall'età della richiedente [...] soprattutto per evitare gravi effetti collaterali nel caso di assunzioni ripetute" risale a due giorni fa.
Non mi soffermerò ulteriormente sulla nostra arretratezza rispetto agli altri paesi europei che hanno invece già da tempo approvato EllaOne come farmaco SOP.
Possiamo solo continuare a sperare che qualcosa si smuova e che non ci costringano a prendere un aereo per poter avere la possibilità di usufruire degli stessi diritti delle donne che abitano nel luogo verso il quale staremo volando?
Sul serio? Dobbiamo davvero accontentarci di questa soluzione che coincide con il significato più negativo dell'antichissimo "fiat volutas dei"?
Innanzitutto possiamo farci sentire attraverso il sondaggio di Vediamocichiara (http://www.survey-vediamocichiara.it/sondaggio.php), facilissimo da compilare ed estremamente utile per capire dai risultati l'importanza della questione.
Un'importanza che purtroppo sembra essere sentita da pochissimi individui di sesso maschile.
Ma chi l'ha detto che la contraccezione debba essere problema esclusivamente femminile?
Come l'uomo partecipa a una gravidanza desiderata (e questo appare abbastanza lampante), perché mai non dovrebbe sentirsi partecipe anche di una gravidanza indesiderata?
Questa irresponsabilità e questo distacco mi fanno venire i brividi, soprattutto perché so benissimo che riguarda nella stragrande maggioranza i ragazzi della mia età!
Altro che fiat volutas dei, sensibilizzazione e informazione per tuttE e tuttI.

mercoledì 4 marzo 2015

"La figura dell'ingenuo"

Poche persone parlano con la voce del cuore... Ogni giorno viene meno un pizzico di spontaneità.
Ci insegnano a nasconderla perché nessuno vuole fare "la figura dell'ingenuo". Ma a guardar bene, cosa vuol dire? Dove si pone la linea di confine tra la positività e la negatività di questa espressione?
Se la si nasconde troppo bene, si finisce per non trovarla più.
O meglio, CHI la nasconde troppo bene, finisce per non ritrovarSI più, nemmeno quando si cerca a tentoni nel buio della propria stanza.
Ma proprio il coraggio di aprire la finestra e far entrare un po' di sole, di aprire il cuore, può fargliela ritrovare magari raggomitolata in un vicolo del centro, o dietro a una colonna, o semplicemente lì in piedi davanti ai suoi occhi.
Sta a noi avere il coraggio di  riprenderla per mano e tornare ad essere ingenui e veri, come vera e ingenua e spontanea è questa esistenza!
Mia umile opinione, si intende. Opinione di chi spesso si è sentito dire "ma non sai proprio stare al mondo!".
Mia umile opinione quella di pensare che sia meglio fare "la figura dell'ingenuo" e non saper stare al mondo (spesso o di rado, non ha importanza!) piuttosto che lasciare che la spontaneità venga risucchiata da tutto il grigiore che spesso circonda gli impegni quotidiani.
Mia umile opinione quella di pensare che se tutti la lasciassero uscire per girovagare felicemente ovunque, non ci sarebbe più bisogno di dire "la figura dell'ingenuo" e tantomeno soffermarsi sul rischio più comune che comporta: che gli altri ne approfittino.