Nel mezzo.
Le persone camminano in mezzo. Camminano in mezzo sul marciapiede, stanno in mezzo sulla scala mobile, in fila alle poste, guidano in mezzo alla strada, proprio sulla linea bianca, camminano in mezzo ai piccoli corridoi che in un negozio separano le aree dei diversi prodotti, si posizionano esattamente in mezzo in un autobus, sul tram o mentre aspettano il treno. Stanno in mezzo.
È qualcosa di quasi innato, stare in mezzo è rassicurante, ti avvolge. Per questo a me non danno fastidio le persone che stanno in mezzo. E sicuramente anche io sono una di loro. Come quando al cinema c'è una sola persona e mi viene spontaneo sedermici vicino. Oppure quando in un parcheggio c'è una macchina sola. È come se mi sentissi meglio a sapere che non sono l'unica, che non sono sola. Pur amando a volte crogiolarmi nella mia misantropia, ho una innata tendenza a stare nel mezzo. Ma in giro vedo gestacci e imprecazioni per chi sta in mezzo, quante volte ho sentito, magari per strada, la classica espressione romana "e levate".
Forse sono strana, ma io nello stare in mezzo vedo un atto, e insieme un attimo, di umanità. Sembra banale, ma ultimamente è raro.
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