giovedì 13 novembre 2014

WhatsApp e le spunte blu

Amo WhatsApp. Soprattutto perché a volte è meno scocciante di telefonare a chicchessia: richiede oggettivamente un più basso livello di concentrazione. Mille volte mi è capitato di scrivere a qualcuno mentre facevo altrettante mille cose, mentre se lo facessi quando sto parlando al telefono con quel qualcuno, conoscendomi, il suddetto, poverino, si troverebbe a chiacchierare amabilmente da solo per un bel po'.
Per non parlare del vantaggio, sempre molto comodo, ma che stavolta cela un po' di vigliaccheria, lo devo ammettere, di poter mascherare qualunque cosa attraverso quello schermo e quella tastiera. Mille volte mi è capitato di scrivere una lunghissima risata, quando magari ero buttata sul divano con espressione molto annoiata, o, peggio, quando stavo litigando con mia madre!
Mi scuso per la divagazione; il bersaglio voleva essere l'attualissima istituzione delle temutissime "spunte blu". 
Come ho scritto amo WhatsApp, ma non nascondo che quando l'applicazione, proprio pochi giorni fa, ha ciò partorito, ho avuto un momento di sbigottimento, misto anche ad ansia!
Ma se non ti voglio rispondere, sarò libera di farlo senza sentirmi un verme che "visualizza" e poi scompare?
E so che mi sentirei un verme proprio perché sono sicura che spesso ci rimarrei male anche io se qualcuno (magari un qualcuno particolare) non mi rispondesse. 
Allora a volte davvero desidero un ritorno ai vecchi citofoni-cellulari che neanche sapevano dell'esistenza degli sms, anzi un ritorno a prima dei cellulari, anzi addirittura alle cartoline. 
Chiudo che sembro mia nonna, voi che ne dite?

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