Nel 2010 Francesco Piccolo aveva appena completato "Momenti di trascurabile felicità", un libro breve e invitante che potrebbe essere definito un geniale catalogo di quei piccoli piaceri intensi ma volatili che costellano le nostre normalissime giornate. Catalogo geniale anche (e soprattutto) perché coglie quel velo di goduria quasi perfida che ci fa sentire meglio solo per un attimo. É brutto da scrivere, da pensare? Ma è così, anzi meglio che dalla sottigliezza della cattiveria nasca un sorrisetto quasi di tenerezza.
Un momento di trascurabile felicità che appartiene a Francesco Piccolo è per esempio: "Quando il cameriere torna al tavolo con la bottiglia di vino che abbiamo scelto, stappa la bottiglia, annusa il tappo, e poi guarda tutti i presenti per scegliere chi debba assaggiare il vino. E non sceglie me".
Oggi ne voglio condividere uno con voi. È accaduto proprio stamattina.
Qual'è la cosa peggiore che possa capitare se avete un bagaglio a mano e siete in fila per l'imbarco?
Ovviamente che il vostro indispensabile, unico, inseparabile compagno di viaggio, con dentro la vostra maglietta preferita, con dentro tutti i regalini che avete fatto ai vostri simpatici amici, venga imbarcato non con voi, bensì in stiva!
Perciò quando si avvicina la sagoma femminile con in mano le fatidiche striscette adesive da appiccicare prontamente al vostro bagaglio per accalappiarselo con cupidigia, tutti si guardano intorno con aria vaga e distratta, fanno finta di non vedere, fingono una telefonata per mostrarsi occupati.
Ebbene stamattina mentre mettevo in pratica una delle diverse suddette tattiche, appellandomi nel frattempo anche a qualcosa di più, non so, il Karma, é successo.
La sagoma femminile ha smesso di racimolare bagagli qua e là proprio fermandosi alla persona che avevo davanti.
Giubilo, campane e anche un lieve movimento del pugno destro.
Evidentemente la signora davanti a me, ovvero l'ultima vittima, si deve essere accorta dell'ingiustizia, ma era ormai troppo tardi per chiamare indietro la signorina e iniziare a questionare senza nemmeno una base concreta, dunque si è limitata a voltarsi con stizza e a rivolgermi una vera e propria maledizione :"tanto te lo imbarcano dopo!" riferendosi al momento in cui mi sarei avvicinata per mostrare la carta d'imbarco.
Ma una volta arrivati proprio all'aereoplano (io avevo aspettato a rispondere sia per rispetto dell'altrui disagio, sia per non attirarmi la funesta ira degli dei) il verdetto finale è stato a mio favore.
Il mio inseparabile compagno di viaggio era lì accanto a me. In tutto il suo splendore.
Meno splendente era la testa bionda della signora che mi era rimasta davanti proprio per avere il suo di momento di trascurabile felicità nel vedere come anche il mio bagaglio diventasse un misero compagno del suo.
A quel punto ho detto alla mia amica, ma in modo che la signora mi sentisse: "Chiara ti ricordi quella volta che abbiamo aspettato al rullo dei bagagli per un'ora piena? Fiumicino è proprio un disastro a volte!".
Ammetto che un po' mi sento in colpa. Ma è proprio dell'essere umano godere della sventura che a lui non è toccata.
Senza mai esagerare perché, come si sa, il Karma vede e sente tutto.