mercoledì 4 febbraio 2015

(Parentesi tonde)

Le parentesi tonde isolano una parte del discorso. Parte del discorso che è considerata meno rilevante e quindi al tempo stesso un di più. È in realtà un arricchimento.
Anche la nostra vita è un testo con la sintassi a volte irregolare, o meglio, plasmata da ognuno di noi, con i nostri due punti, con le nostre virgole, con i nostri punto e a capo.
Ma credo che almeno una volta tutti abbiamo deciso di vivere per un po' tra le pance di una parentesi tonda. 
È un arricchimento, un periodo circoscritto, un momento preciso in cui dal nostro testo scritto, dalla nostra vita, vogliamo qualcosa in più. Per un minuto, per un'ora, per un giorno.
La parentesi tonda si apre e ci accoglie nella sua magnifica dimensione di immobilità e contemporaneamente di straordinaria dinamicità. Immobilità perché rimane incassata nel preciso punto del testo in cui decidiamo di posizionarla e dinamicità perché siamo usciti dalla sintassi del contesto generale e possiamo quindi permetterci soluzioni sempre nuove.
Nel mio testo scritto, le parentesi tonde non sono ancora moltissime; le poche che ho costruito corrispondono a momenti preziosi e indimenticabili, degni di una parentesi tonda.
La vera vita si vive con una sintassi regolare e troppe parentesi appesantiscono il testo.
Sta a ognuno di noi, demiurgo della propria esistenza, decidere quali parentesi aprire e dove posizionarle. Se far loro avere il confortevole aspetto di un morbido cuscino dopo una giornata stancante o quello più vibrante e pieno di adrenalina di un momento da vivere premendo tutto il piede sull'acceleratore.

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